Per risolvere i problemi bisogna andare alla base e individuare la causa scatenante. Inutile fare come gli struzzi, nascondere la testa sotto la sabbia: quando il problema c’è va preso per il colletto e affrontato di petto.

La provincia di Frosinone è inquinata, non lo dicono gli amici seduti al bar mentre si fanno una partita a tre sette. Ci sono studi scientifici che lo dimostrano, la provincia di Frosinone ha l’aria più inquinata d’Italia. Negli ospedali sparsi per il Bel Paese è alta la percentuale di ricoveri dei cittadini ciociari, malati di tumore. E’ inutile affermare il contrario, non ci crede più nessuno. E’ difficile pensare di risolvere i problemi nascondendoli, i cittadini hanno il diritto di conoscere le condizioni ambientali in cui vivono e le devono conoscere in tempo utile. Per combattere un tumore occorre sì agire sul fronte della ricerca scientifica, ma anche su quello della qualità della vita! Inutili le campagne contro il fumo delle sigarette se respiriamo regolarmente lo smog giornaliero prodotto dai veicoli! Si possono combattere le malattie, non solo attraverso l’aiuto dei medici della chirurgia, ma anche cambiando le abitudini e i comportamenti. In questo senso anche la politica può fare molto, come ad esempio monitorare le fonti di inquinamento e ridurle dove è possibile, disincentivare l’eccessiva realizzazione di impianti di rifiuti e quant’altro. È stato fatto un importante passo avanti in alcune città della provincia di Frosinone, nelle quali le amministrazioni comunali hanno ritenuto essenziale monitorare l’aria, al di là delle centraline istituzionali già presenti. Dopo l’incendio dell’impianto dei rifiuti MECORIS, sugli organi di stampa, nei consigli comunali, in ambiti istituzionali e sui social, tra le associazioni e tra la gente si è aperta una discussione molto partecipata, circa i metodi di misurazione delle concentrazioni degli inquinanti nell’aria e circa i tempi e le modalità di comunicazione ai cittadini.

L’Associazione Medici di Famiglia per l’Ambiente, aldilà degli aspetti tecnici e scientifici, ha posto la seguente questione: quale l’attuazione del diritto dei cittadini di conoscere la condizione ambientale in cui vivono, in tempo utile ed in maniera chiara, soprattutto in caso di eventi critici.

Riportiamo quanto spiegato dal dott. Giovambattista Martino coordinatore dell’Associazione Medici di Famiglia per l’Ambiente di Frosinone e Provincia. “Il monitoraggio della qualità dell’aria, e cioè la misurazione in modo continuo delle concentrazioni degli inquinanti nell’ ambiente, viene effettuato dall’ARPA, Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale, secondo le regole dettate dalla normativa europea e nazionale (D.Lgs. 155/10), e cioè con sistemi di monitoraggio gravimetrico che forniscono i dati medi giornalieri dell’Indice della Qualità dell’Aria rilevati nella 24 ore precedenti la pubblicazione del dato. L’indice della qualità dell’aria messo a disposizione dall’Agenzia Regionale si riferisce, pertanto, al giorno prima. E’ evidente che il dato fornito da questi sistemi di rilevamento è più che altro rivolto alla Pubblica Amministrazione la quale, ove tale dato superi l’indice di pericolosità stabilito dalla legge, è tenuta a porre in essere determinati rimedi. Anche perché non si vede cosa possa fare una persona una volta appreso che, il giorno prima, il livello di inquinamento ha superato i limiti di legge. Soprattutto in Città quali Frosinone (o altre città) ove il limite giornaliero di inquinamento ha superato, nel 2018, gli 80 giorni, occorre porre in essere delle protezioni aggiuntive, utilizzabili e fruibili direttamente dal singolo individuo. E questa tutela può essere realizzata attraverso l’utilizzo locale sussidiario di centraline di rilevamento che consentano, attraverso un diverso sistema di misurazione, e cioè quello del conteggio ottico delle polveri momento per momento (scattering), di intercettare le concentrazioni di picco in tempo quasi reale, così da poterne rendere partecipi le persone subito dopo.
Una informazione tempestiva potrebbe rivelarsi uno strumento di prevenzione particolarmente efficace soprattutto per le ore del giorno che dovessero essere interessate da picchi oltre soglia (D. Lgs. 155/2010, art. 2, c. 1, paragrafi n ed o), e cioè nei casi in cui, per alcuni gruppi particolarmente sensibili della popolazione, o per la popolazione nel suo complesso, potrebbe sussistere – pur fosse minimo – un rischio per la salute anche in caso di esposizione di breve durata. L’utilizzo di questi sistemi di monitoraggio, affiancati da una adeguata rete di diffusione dei dati, rappresenta un considerevole passo avanti soprattutto, ma non solo, per la tutela delle fasce di popolazione sensibili e più deboli: per fare un esempio banale, una persona asmatica, posta a conoscenza del fatto che stamattina, alle 11, il tasso di inquinamento ha superato un determinato indice, potrebbe decidere di uscire di casa in altro momento della giornata. In questo senso anche il ruolo informativo dei medici di famiglia, a contatto quasi giornaliero con gli assistiti, potrebbe rivelarsi fondamentale.
Questo in buona sostanza l’obiettivo che l’Associazione Medici per l’Ambiente di Frosinone si propone con l’utilizzo ausiliario di centraline a conteggio ottico delle polveri, e cioè quello di ottenere una tutela ulteriore rispetto a quelle già esistenti, attraverso un messaggio informativo rivolto direttamente ai cittadini, da loro concretamente utilizzabile, e che li pone nelle condizioni di adottare tutte le ulteriori cautele ed accorgimenti eventualmente richiesti dalla propria condizione soggettiva o comunque frutto di loro consapevole autodeterminazione. Tutela che la legge non vieta di porre in essere e che, unite a quelle già esistenti, costituiscono invece un efficace passo avanti verso una informazione sui dati dell’inquinamento dell’aria efficacemente messi a disposizione delle persone in tempo reale, per la concreta e piena attuazione del diritto all’informazione ambientale. In attuazione, anche, con quanto riportato dalla Consulenza Tecnica voluta dalla Procura di Frosinone in merito la qualità dell’aria che a pag. 10 riporta: “Ogni piano o programma, perché abbia qualche probabilità successo, deve poter far conto della disponibilità di un’adeguata informazione al pubblico. Qualsiasi sistema di controllo e di previsione dello stato di qualità dell’aria altro non è che un sistema che consente a tutti di capire quali siano i livelli di inquinamento, quali porzioni di territorio siano coinvolte, quali siano le ragioni delle criticità e cose può essere fatto per diminuire la pericolosità degli eventi previsti”.

Fonte: TG24.info FOCUS di Annamaria Ammaniti
Data: 20/08/2019